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Palio delle Contrade

Il Palio

Edizione 2021

Dopo l’annullamento dell’edizione 2020, l’edizione 2021 del Palio delle Contrade si terrà domenica 26 settembre.

Il Palio è un canto, una danza. Il ritmo vitale di un popolo per le antiche vie e piazze, finalmente senza auto. Sfilano ragazze con le ghirlande in testa e le colombe in mano, una splendida gioventù, che balla e celebra la festa della primavera nella luce azzurra di fine maggio, anche questo è il palio. Amore al mattino e rissa nel pomeriggio, proprio come la vita. Folklore e storia diventano magia. Qui si celebra il rito del lavoro e della festa.
(Piero Malvolti)

Una contesa antichissima di origini medievali, una rinascita che, dal 1981 in poi, ha visto un continuo crescendo di entusiasmo e di interesse: il Palio delle Contrade oggi riveste un ruolo primario nella vita quotidiana dei cittadini e nelle manifestazioni storiche della Toscana. Protagoniste indiscusse della manifestazione sono le 12 Contrade: Borgonovo, Botteghe, Cappiano, Ferruzza, Massarella, Porta Bernarda, Porta Raimonda, Querciola, Samo, Sant’Andrea, San Pierino e Torre.

La grande corsa della penultima domenica di maggio è il culmine di un’intera settimana di eventi, tra cui figurano la presentazione del cencio e la sfilata storica, con sbandieratori e più di mille figuranti, ed è preceduta da altre iniziative collaterali nel corso dell’anno. Terminata la competizione, un nuovo ciclo di preparazione e attesa ha inizio: per ogni fucecchiese il Palio è storia d’ogni giorno fatta di passione.

Tutti gli eventi sono organizzati e promossi dal Comune di Fucecchio e dall’Associazione Palio delle Contrade. Visita il sito ufficiale della manifestazione: www.paliodifucecchio.it

Palio delle Contrade

Il Padule: ambiente e cenni storici

Con i suoi circa 1.800 ettari di estensione divisi tra la Provincia di Firenze e quella di Pistoia, il Padule di Fucecchio è una tra le più importanti zone umide della Toscana: notevolmente ridottosi rispetto a quell’antico lago-padule presente in tempi antichi, oggi il Padule è un bacino di forma pressappoco triangolare situato nella Valdinievole, a sud dell’Appennino Pistoiese, fra il Montalbano e le Colline delle Cerbaie. Il principale apporto idrico deriva da corsi d’acqua provenienti dalle pendici preappenniniche; l’unico emissario, invece, è il canale Usciana, che sfocia nei pressi di Montecalvoli (PI) dopo un percorso più o meno parallelo all’Arno lungo 18 chilometri.

All’interno dell’estensione complessiva, circa 230 ettari sono protetti da Riserve Naturali istituite dalle Amministrazioni Provinciali di Pistoia e Firenze, mentre le parti restanti rientrano nelle relative Aree Contigue. La Riserva Naturale del Padule di Fucecchio è dotata di strutture per la visita che comprendono anche tre osservatori faunistici, uno dei quali realizzato tramite la riconversione di uno dei caratteristici casotti locali.

Il Padule, oltre alle ricchezze dei paesaggi e della natura, conserva il fascino delle vicende storiche legate alle famiglie dei Medici e dei Lorena e le tracce dell’antica lavorazione delle erbe palustri, oltre ad essere stato teatro di un tragico episodio della seconda guerra mondiale. Il passato storico emerge chiaramente dalle significative testimonianze dell’opera dell’uomo, che, nel corso dei secoli, ha plasmato e modificato la struttura stessa dell’area umida: così, i canali e il sistema dei porti sono da leggersi come segni di antiche e importanti idrovie; il ponte mediceo di Cappiano, ora struttura turistica, come importante passaggio sulla via Francigena e centro delle attività di regimazione delle acque e della pesca. Il bacino, inoltre, ospita essiccatoi del tabacco, autentici reperti di archeologia industriale.

Le lapidi disseminate sui casotti o lungo gli argini raccontano invece una storia più recente: la tragedia del barbaro eccidio perpetrato dai nazifascisti il 23 agosto 1944, in cui trovarono la morte 175 persone. Infine, in Padule sono ancora presenti, anche se praticate da pochi artigiani, attività legate alla lavorazione delle erbe palustri, che comprendono la raccolta e l’intreccio del sarello e della sala, usate per rivestire sedie e fiaschi, oltre che della “gaggia” e di altre piante tipiche di questa area umida.

Fonte: Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio

Le origini del Palio

Al principio del Palio delle Contrade, come si racconta, sta un’antica contesa, chiamata Gioco o Palio della Lancia, che si svolgeva già molti secoli fa nella città di Fucecchio. Secondo alcuni, scopo del gioco era infilare la lancia, appunto, negli anelli di ferro murati nelle facciate dei palazzi antichi, di norma utilizzati per legarvi i cavalli; secondo altri, la Giostra prevedeva di infilare tre volte la lancia in un anello attaccato all’estremità di una cordicella appesa a un bigoncino pieno d’acqua.

Col passare del tempo vennero organizzate vere e proprie corse di cavalli per le strade, all’interno di feste sia religiose che civili, antica consuetudine di quasi tutti i paesi della Toscana. “Vincevano i singoli”, racconta Riccardo Cardellicchio, “ma di quando in quando uscivano le insegne di contrade. Iniziative sporadiche nel Settecento e nell’Ottocento.”

Ancora nel 1855, poco prima del diffondersi del colera in città, si svolse l’annuale Palio della Lancia, che però non fu organizzato per i successivi otto anni, a causa delle contingenze storiche e politiche dell’Unità italiana. L’ultima contesa di questo genere, secondo i documenti che si trovano tutt’oggi nell’archivio storico locale, fu disputata il 14 giugno del 1863; ad essa seguì il definitivo seppellimento della Giostra.

Nel 1980 fu il Gruppo donatori di sangue Fratres, col presidente Tommaso Cardini, a ridare vita alla contesa, organizzando una corsa tra pony per promuovere la donazione di sangue. La decisione di organizzare un vero e proprio Palio delle Contrade, con i cavalli montati da fantini, fu presa l’anno seguente. Dopo un’iniziale presenza di sedici contrade il numero scese definitivamente alle attuali dodici, e nel 1995 il Palio, ormai cresciuto molto rispetto alla prima edizione moderna, passò nelle mani dell’Amministrazione comunale.

Scrive il giornalista e scrittore Riccardo Cardellicchio a proposito della rinascita del Palio:

Fu un inizio – nel 1981 – strapaesano. Un tentativo che avrebbe potuto andare anche a vuoto. Ma la riposta fu entusiasta ed entusiasmante. Fucecchio e il suo territorio furono coperti di bandiere e colori. Si parlò di contrade. Ci si scoprì di Borgonovo, di Ferruzza, di Sant’Andrea, di Porta Bernarda, di Porta Raimonda, di Samo, e le frazioni esaltarono ancora di più la loro “diversità”, rispolverando la loro storia di castelli lungo il Cammino di Dio, la via Romea (e Francigena, più tardi) e di porti palustri. Le contrade aprirono piccole sedi, dove la gente si riuniva a parlare del corteggio storico, del cavallo e del fantino da assoldare, o anche semplicemente per stare insieme, per fare due battute con due risate. Per parlare del più e del meno. Quasi nuove veglie, non più “nel canto del fòco”, ma in stanze anguste, rimesse un po’ alla meglio, o parti di vecchie fabbriche.
Non tutti capirono subito l’importanza del Palio. Ma, con il passare del tempo, gli angoli vennero smussati. Si capì che Fucecchio amava, e ama, il Palio, perché lo faceva, e lo fa, sentire vivo, perché dava, e dà, occasione alla gente di stare insieme, senza divisione. D’essere protagonista.
Fonti:
Riccardo Cardellicchio, Breviario per una kermesse (1996)
Mario Catastini, Storia di Fucecchio, fatti, personaggi ed eventi

La corsa e gli altri eventi della settimana paliesca

La corsa dei cavalli si svolge nel pomeriggio della penultima domenica di maggio presso l’area verde della Buca del Palio, dove è stata realizzata una pista ad anello in sabbia. In base al numero complessivo delle Contrade che risultano attualmente nell’Associazione, la gara si articola in tre corse: due batterie, composte da sei cavalli ciascuna, e la finale, in cui gareggiano otto cavalli, con i primi quattro classificati delle precedenti batterie. Per tutte le corse vengono sorteggiati sia la posizione dei cavalli al canapo che il cavallo di rincorsa.

La sfilata storica, con i suoi più di mille figuranti in magnifici costumi, si svolge la mattina del Palio e percorre le principali strade del paese. Ogni contrada propone la rievocazione di un periodo storico nell’ambito di un tema più ampio, ossia l’evoluzione dei costumi cittadini dal 1200 al 1800. Il corteo storico è aperto dal Gonfalone del Comune di Fucecchio, che precede lo stendardo dell’Associazione Palio delle Contrade e la Contrada vincitrice dell’ultima edizione. Dietro di lei sfilano tutte le altre, secondo l’ordine sorteggiato pubblicamente durante la serata di presentazione del Palio. La sfilata si chiude con il Cencio, ovvero il drappello dipinto che sarà disputato il pomeriggio alla corsa.

Nei giorni che precedono la corsa, oltre alla Sfilata storica, sono previste altre iniziative. Il martedì della settimana del Palio hanno luogo la visita veterinaria dei cavalli iscritti alla competizione e, in serata, la cerimonia di presentazione del Cencio. Il giorno dopo, invece, è tempo di Tratta: la dea bendata la fa da padrona nel sorteggio e nella conseguente assegnazione dei cavalli alle Contrade. Giovedì e venerdì sono previste le prove obbligatorie, mentre il sabato si svolge la cerimonia di presentazione e iscrizione dei fantini.

Guarda i video sul canale Youtube ufficiale del Palio di Fucecchio.

La settimana del Palio

Le iniziative collaterali

Giorno che passa, si respira sempre più aria di palio.
(Riccardo Cardellicchio)

Si potrebbe riassumere così quell’atmosfera elettrica, di attesa e speranza, che la città di Fucecchio non solo raccoglie ed esalta durante la settimana paliesca, ma distilla anche in altre iniziative collaterali dedicate ai più piccoli, agli appassionati della competizione e dei cavalli e a chi ama le rievocazioni folkloristiche.

Le corse di primavera

Vera e propria anticipazione del Palio, che precedono di circa un mese, le Corse di Primavera consentono alle contrade di valutare al meglio gli animali che potranno poi partecipare all’evento di maggio. Si tratta di un appuntamento da segnare sul calendario sia per i contradaioli che per gli appassionati di cavalli e delle corse equestri che si disputano tra rioni cittadini.

Il Gran Galà

Occasione imperdibile per chi ama le antiche tradizioni e il folklore, il Gran Galà degli Sbandieratori e dei Musici si svolge a Fucecchio dal 2011. Protagonisti di questa festa di musica e colori gli sbandieratori delle 12 contrade, che si esibiscono accompagnati dai tamburi e dalle chiarine dei propri compagni.
Fino allo scorso anno, il Gran Galà si svolgeva a ottobre e sanciva la chiusura ideale della stagione paliesca; dal 2018, invece, l’evento ha luogo a fine aprile, come a introdurre la gara che si terrà di lì a un mese. Anche lo svolgimento è leggermente cambiato: la durata massima delle esibizioni è fissata a 10 minuti e ogni contrada, all’interno della propria esibizione, presenta un gioco con la “grande squadra”, uno spettacolo congiunto tra chiarine, musici e sbandieratori. Il tutto si conclude con un gioco finale che coinvolge le 12 contrade. Tutti i figuranti, infine, sfilano per le vie del centro accompagnati dal suono del gruppo musici della Contrada Sant’Andrea.

Il Palio in Gioco

A una settimana esatta dalla corsa principale, si disputa il Palio in gioco, un’iniziativa che coinvolge i bambini delle scuole di Fucecchio e i gruppi dei più giovani di ogni contrada. Ad aprire l’evento la sfilata dei piccoli contradaioli, a cui seguono, nel pomeriggio, i giochi medievali dei bambini, per un’intera giornata all’insegna dello stare insieme e dell’allegria. Nell’ambito di questa iniziativa si svolge anche il mercatino delle Contrade, durante il quale ogni rione distribuisce i propri gadget ed i propri colori di riconoscimento per esaltare il legame profondo che unisce i cittadini e la propria contrada.

Tre fantini fucecchiesi a Piazza del Campo

Cerco un frate francescano, notizie su di lui, vissuto al tempo del Savonarola, e m’imbatto – a sorpresa – in tre fantini fucecchiesi. Figurine che emergono dall’Ottocento, che da Fucecchio riuscirono ad approdare a Piazza del Campo, a Siena, per correre il Palio.

Incontro per primo Antonio Guaschi (non Guasqui). Nato a Fucecchio nell’anno (presunto) 1827. A vent’anni, esattamente il 16 agosto 1847, fa il suo esordio a Siena nel palio dell’Assunta, con il nome di battaglia Folaghino, che richiama spazi palustri. Un esordio straordinario. Vince con il cavallo della contrada del Nicchio. Sta fermo nel 1848, come tutti del resto. La carriera salta a causa della prima guerra d’Indipendenza. È l’anno di Curtatone e Montanara. nel luglio 1849, sono tre i palii: luglio, agosto e ottobre. Quello straordinario – d’ottobre – è dedicato all’inaugurazione della linea ferroviaria Empoli-Siena. Folaghino non ha successo in nessuno dei tre. Ma vince, nel 1850, quello del 2 luglio per la Chiocciola e si ripete, il 16 agosto, sempre per la Chiocciola. L’anno dopo è di nuovo primo nel Palio del 17 agosto per l’Onda. Poi sparisce con un palmares niente male. Quattro palii vinti su sette corsi. Il motivo della scomparsa è ignoto. Neanche da Siena arrivano notizie. E la fantasia va a briglia sciolta. Un infortunio, una malattia, ma anche scelte diverse. Non certo l’età.

Più longeva la partecipazione al Palio di Siena del secondo fantino che incontro: Gonga. Al secolo Pietro Montanelli, nato a Fucecchio con ogni probabilità nel 1834. Undici palii corsi e nessuna vittoria. Esordio (a età avanzata) nel Palio del luglio 1874 con la contrada Chiocciola. D’agosto, difende i colori dell’Aquila. Nel luglio 1875 è con la Pantera. Un anno dopo, sempre di luglio, con il Drago, e, d’agosto, con la Civetta. Nell’agosto del 1877 è con il Bruco. L’anno dopo, d’agosto, con l’Aquila. Nel luglio e nell’agosto del 1879 è con la Tartufa. L’anno dopo, di luglio, con l’Aquila. Chiude nel luglio 1881 con il Bruco. Dopo sette anni. Una presenza in Piazza del Campo senza la soddisfazione della vittoria.

Il terzo fantino, nato nel 1838, fa una fugace apparizione al Palio dell’Assunta del 1858 con i colori dell’Istrice. Nome Santi Soldaini, detto Volpe. Chissà cosa lo fa allontanare da Piazza del Campo.

Questi tre fantini ci rimandano a Fucecchio che nell’Ottocento organizzava, per le feste religiose importanti, palii da correre in via Dante. E che allevava fantini che poi potevano avere l’opportunità di farsi valere altrove, per arrivare fino a Siena. È anche Fucecchio terra di cavallai e della fiera annuale del bestiame, dove il cavallo la faceva da padrone. Tre nomi – Folaghino, Gonga, Volpe – che possono trovare posto nell’immaginario di quanti (e sono i più) amano il Palio, pezzo anche della nostra storia.

Tratto da: Riccardo Cardellicchio, Gente e Luoghi, Il Tirreno

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